La cerimonia svoltasi lo scorso 29 maggio al cimitero di Hagen – Delstern ha un significato particolare per la comunità italiana di questa città, della Circoscrizione Consolare di Dortmund e del Bacino della Ruhr.
In questo cimitero una tomba raccoglie i resti mortali di più di 50 vittime italiane del bombardamento aereo alleato del 2 dicembre 1944, testimonianza della presenza a Hagen di centinaia di Internati Militari Italiani, del Lager 341 Schmiedag e dello Stammlager VI D (Dortmund – Westfalenhalle) appartenenti a quei 600.000 IMI avviati in Germania dall’8 settembre 1943, data dell’Armistizio con gli Alleati, da più fronti e considerati «traditori», scherniti con l’aggettivo «badogliani».
Il sepolcro, con la lapide in arenaria che riporta i nomi delle vittime, rimanda alla poesia di Primo Levi «Se questo è un uomo» e al verso «Meditate che questo è stato» come alla ricca documentazione diaristica, fotografica ed epistolare sul Lager 341 e lo Stammlager VI D rintracciata durante le ricerche sugli avvenimenti di quel periodo grazie al lavoro di studenti e insegnanti della Gesamtschule Fritz Steinhoff.
Alla cerimonia erano presenti, con cittadini italiani e tedeschi, il rappresentante della città, il borgomastro Horst Wisotzki, e il Console d’Italia, Dr. Alfredo Casciello. La presidente del COM.IT.ES della circoscrizione consolare italiana di Dortmund e il prof. Wolfgang Müller, presidente dell’Associazione Studi Storici della città di Hagen, la signora Petra Rodriguez dell‘Associazione Hagener Friedenszeichen, il diacono Cataldo Caruso e il Dr. Ralf Blank, storico e responsabile dell’archivio e musei di questa città.
La commemorazione è iniziata con la deposizione di una corona. La signora Marilena Rossi, presidente del COM.IT.ES – Dortmund, dopo aver ringraziato i presenti, ha ricordato chi nel corso degli anni si è impegnato perché la «memoria non venisse cancellata»: la Gesamtschule Fritz Steinhoff; la direzione del cimitero e crematorio di Hagen – Delstern; l’Archivio della città di Hagen; discendenti di vittime e internati; la signora Marianne Hahn che ha tradotto in tedesco le memorie del cappellano militare Padre Barbero, pubblicate in seguito dall’Hagener Gechichtsverein; le città italiane che parteciparono all’iniziativa (Centallo, Bovolone, Forlì, Canosa di Puglia, Bologna, Ficarolo e Lendinara); la Regione Piemonte e il Land NRW; l’Associazione Centallo Viva (Cuneo) con il suo presidente Gianpiero Pettiti.
Il prof. Wolfgang Müller ha ricordato il lungo percorso e le ricerche storiche che hanno portato alla cerimonia e al rinvenimento di importanti documenti, elogiando la Gesamtschule F. Steinhoff, colleghi e studenti che parteciparono alle ricerche e a diversi incontri in Italia e in Vestfalia.
Il Dr. Ralf Blank ha sottolineato la realtà degli internati militari italiani, le sofferenze e i «giochi politici» sul loro destino. Il borgomastro Horst Wisotzki ha messo a fuoco l’importanza della tomba del cimitero di Hagen-Delstern, un «filo» tra passato e presente che ci insegna a non ripetere gli errori e gli orrori del passato e a cancellare l’oblio.
La cerimonia si è conclusa con la lettura delle righe finali del memoriale di Padre Barbero: «Abbiamo compreso […] che se l’Italia vuol essere ancora grande, bella e rispettata, non deve essere governata da un regime totalitario o settario, ma da un governo veramente democratico, che rispetti le aspirazioni e le libertà di un popolo, non escluso il libero esercizio del culto».