La consigliera CGIE Marilena Rossi esprime il suo dispiacere per la chiusura dell’ente gestore e promotore Vestfalia e.V.

Il Com.It.Es di Dortmund condivide il rammarico espresso dalla consigliera CGIE Marilena Rossi in merito alla notizia della chiusura dell’ente promotore e gestore Vestfalia e.V.

Ci troviamo a comunicarvi, con grandissimo rammarico, la cessazione dell’attività da parte dell’associazione Vestfalia e.V., ente gestore di attività scolastiche che, a partire dall’inizio dell’anno scolastico 2023-24, smetterà di operare nella circoscrizione consolare di Dortmund e non presenterà al MAECI alcun progetto.

Indicibile è l’amarezza che proviamo nel constatare come questo ente, sempre menzionato in ogni riunione d’ambasciata come modello da imitare, in virtù di progetti innovativi e zero costi di amministrazione, sia costretto a soccombere a fronte di una sempre maggiore carenza di risorse per i ritardi nell’assegnazione dei contributi e per la complessità della documentazione richiesta.

Personalmente, non posso che sottolineare l’encomiabile lavoro svolto negli anni e ringraziare per questo il responsabile dell’associazione, Cosimo Bellanova. L’intera comunità italiana della circoscrizione di Dortmund è avvilita per questa perdita, che impedisce ai ragazzi più fragili di continuare a ricevere l’aiuto finora ottenuto nel percorso di integrazione scolastica. Una constatazione che amareggia insegnanti, alunni, famiglie e persino le istituzioni tedesche, che per anni hanno collaborato con Vestfalia.

La scelta dell’ente gestore di gettare la spugna non si lega a una mancanza di motivazione, al contrario più forte che mai, ma si rende purtroppo inevitabile, vista l’impossibilità di sopravvivere finanziariamente e il venir meno, purtroppo, agli accordi di collaborazione con le scuole tedesche non potendo far iniziare i corsi con una certa puntualità per la mancanza di fondi.

Diverse sono le ragioni che hanno contribuito a questo triste risultato. Nel congedo firmato dal presidente Bellanova, si sottolinea ad esempio come il passaggio da una logica di bilancio al vincolo dei progetti abbia creato una situazione per cui non è lo Stato a dare, ma gli enti a dover chiedere alle famiglie. La necessità di dover reperire dei fondi (dal 10 al 20% delle spese) ha infatti prodotto una maggiore pressione sulle famiglie, già colpite dall’austerity imposta dalla difficilissima congiuntura che attraversiamo. A questo si aggiungono le richieste a volte incomprensibili dell’amministrazione centrale, capaci di pesare molto sulle spalle già fragili dell’ente, richiedendo una mole insostenibile di lavoro.

Vestfalia, lo ricordiamo, non possiede beni propri ed è interamente basata sul volontariato. Preziosa risorsa, questa, che purtroppo è stata spesso ignorata, da chi aveva il compito e il ruolo di riconoscerne l’importanza.

In una recente lettera al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, noi membri del CGIE abbiamo invocato a gran voce sostegno e soccorso per gli enti gestori, che per anni hanno educato e istruito milioni di italiani all’estero.

In queste circostanze, alcuni di questi enti storici si vedranno costretti a depositare il bilancio per fallimento o a cessare l’attività prima che questo avvenga: il caso dell’associazione Vestfalia, purtroppo, è tutt’altro che isolato.

A causare questo terribile effetto domino è stata l’entrata in vigore del decreto legislativo 64/2017, con la sua scia di disposizioni amministrative sovrapposte e procedure farraginose, che di fatto hanno dilazionato il trattamento urgente della documentazione di bilancio e determinato il blocco inevitabile delle risorse previste per legge. Tutto questo ha spinto molti enti gestori a indebitarsi con le banche per pagare docenti e amministratori, precipitando nel baratro dell’insolvenza. Le circolari numero 3 e 4 emanate dal MAECI nel 2020 e 2021, inoltre, hanno mutato in breve tempo e per due volte le indicazioni per gli enti, generando ulteriore caos e interruzione dei servizi forniti.

Ancorare i corsi di lingua e cultura italiana alla promozione economico-commerciale del sistema-paese, invece che all’assistenza delle famiglie di connazionali sul territorio, contravviene infine ai principi di uguaglianza nell’educazione e solidarietà sanciti dalla nostra Costituzione.

La situazione è drammatica e non solo per chi per anni ha svolto un compito fondamentale, sussidiando lo Stato italiano per poi trovarsi, all’improvviso, senza risorse e senza speranza. A essere colpiti sono soprattutto gli italiani all’estero.

La frequentazione di corsi di lingua e cultura italiana proprio per la discontinuità dell’offerta causata dall’inammissibile ritardo nell’erogazione dei fondi da parte del MAECI è infatti in forte calo e molti alunni sono stati costretti a smettere di coltivare quel legame che ci unisce e ci identifica come italiani nel mondo, rendendo attuali e sempre vive le nostre radici.

A esserne danneggiata è l’immagine stessa del Paese, anche presso le istituzioni scolastiche all’estero. Se lo scopo delle circolari del MAECI era quello di velocizzare e armonizzare le procedure, siamo qui, tutti uniti, CGIE, Comites, enti gestori e collaboratori, a testimoniare il fallimento dell’operazione.

Occorre una decisa inversione di tendenza, o l’associazione Vestfalia sarà solo uno dei volti del crollo di un sistema che il governo italiano ha il dovere di proteggere, insieme ai suoi connazionali all’estero. Ora più che mai, chiediamo un intervento deciso e risolutivo.

Marilena Rossi