La sera del 2 dicembre 1944 migliaia di bombe alleate caddero sul Bacino della Ruhr. A Hagen una tomba comune nel cimitero sulla collina di Delstern ricorda 52 vittime italiane di quel bombardamento.
«Ci si abitua a tutto nella vita. Dire però che mi fossi oramai abituato a vedere morire gli Italiani, sarebbe mostruoso… Ogni giorno mi invadeva una tristezza mortale; mi sentivo sfinito e stanco; e ogni giorno vedevo corpi martoriati, schiene piagate, udivo il grido di cuori straziati che ricordavano le care persone lontane, e morivano invocando la mamma…». Questo scrisse il giovane cappellano militare Giuseppe Barbero nelle sue memorie, pubblicate nel dicembre del 1945 con il titolo «La croce tra i reticolati» e tradotte in tedesco alcuni anni orsono, in occasione del progetto «Schiavi di Hitler» sul destino dei lavoratori coatti e internati militari italiani nel Bacino della Ruhr e nel Nord Reno Vestfalia. Anche quest’anno, nell’anniversario del bombardamento alleato sulla città di Hagen e sulle altre città del Bacino della Ruhr, da Duisburg a Dortmund, sono salito al cimitero di Delstern per ricordare le vittime italiane internate nei Lager di Hagen e in tutta la regione.
Nella serata del 2 dicembre 1944 migliaia di bombe caddero su questo territorio, seminando la morte tra i civili e gli internati. Le testimonianze italiane sono diverse, soprattutto diaristiche. Oltre alle «memorie – accusa» di padre Barbero, si può contare su quelle del forlivese Guglielmo Dothel, medico nel Lager Schmiedag di Hagen, a Wetter e Oberwengern. Quella sera le vittime italiane del Lager Schmiedag furono 52. La maggior parte morì tra le fiamme delle baracche centrate dalle bombe, altre dopo infinite sofferenze nei giorni seguenti. La desolazione e l’orrore apparvero agli occhi del medico. Lo stesso spettacolo, al Lager della Westfalenhalle di Dortmund, si presentò al cappellano militare Giuseppe Barbero.
Mentre a Dortmund, e nelle altre città della Ruhr, poco o nulla ricorda quegli avvenimenti, a Hagen, grazie alla ricerca iniziata e compiuta tra il 1999 e il 2003, resta come riferimento la tomba comune del cimitero sulla collina di Delstern, dove le 52 vittime italiane, dopo essere state cremate, riposano.
La tomba è molto visitata. L’estate scorsa hanno reso omaggio ai caduti del bombardamento del 2.12.1944 Ilde B. e Francesco P. di Cremona. L’anno scorso vennero sino ad Hagen le sorelle abruzzesi Rita e Filomena, figlie di Donato B., una delle vittime del 2 dicembre 1944. Da quasi quindici anni salgono sin quassù Sabino e Teodoro, figli di Nicola S., anch’egli tra le
Qualche anno fa il signor B. di Bologna c’è venuto per rendere omaggio al padre, mai conosciuto. Nell’autunno del 2005 è giunta quassù la signora F., da Cosenza, per lo stesso motivo.
La lapide in arenaria, con incisi nomi e cognomi delle vittime, spesso storpiati, è uno dei miei punti di riferimento in questa regione. Qui sono «i miei morti», testimoni di un espatrio crudele e di un futuro comune reso possibile dal sacrificio e dalla memoria.
A cura di Luigi Rossi
Foto: la tomba al cimitero di Hagen – Delstern